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CASO FERRAGNI: È LECITO VENDERE (E COMPRARE) L’ACQUA AD OTTO EURO?

Negli ultimi giorni il web è pieno di foto dell’acqua Evian, autografata Ferragni. Il popolo dei social si è, però, rivoltato contro la blogger data l’assurda cifra a cui è venduta l’acqua.


Se solo vi è capitato di aprire qualunque finestra social in questi ultimi giorni, avrete sicuramente sentito parlare del “caso Ferragni”. E se non l’avete fatto, probabilmente non abitate su questo pianeta.

Il web si è rivoltato contro la giovane fashion icon, in seguito ad una sua collaborazione con l’Evian, nota marca di acque minerali. Il motivo della crisi non è la collaborazione in sé, ma il prezzo della l’acqua, quello della modica cifra di 8 euro. L’acqua è orami sul mercato da quasi più di un anno e solo ora la faccenda è arrivata a toccare nell’intimo milioni di italiani, e non solo. È intervenuto anche il Codacons, dicendo che oltre ad essere immorale vendere acqua ad un prezzo così alto, e anche illegittimo in seguito alla legge 231 (contrasto dei prezzi anomali in abito alimentare) Il marito della Ferrgni, Fedez, ha ironizzato la vicenda sul suo profilo Instagram, cercando anche di far capire che non è stata la blogger a scegliere il prezzo dell’acqua, bensì l’azienda. Per Fedez, comunque, vi è un costo proprio delle collaborazioni, che noi conosciamo meglio come sponsorizzazioni.

Il problema, però, non è tanto il prezzo dell’acqua oggettivamente scandaloso, ma il fatto che la casa produttrice abbia investito notevoli risorse sapendo bene che vi era chi era disposto pagare questa cifra pur di comprare una bottiglia d’acqua firmata Ferragni. Viviamo ormai in una società folle, dove anche l’acqua deve essere firmata. Fino a quando la cultura dell’apparire, e dell’effimero, produrrà casi simili a questo, c’è poco da scandalizzarsi e molto da lavorare. Partendo proprio da noi ragazzi, che dobbiamo impostare la nostra vita futura su modelli culturali che privilegino l’essere. Il che non vuol dire comprare il vestito più alla moda e la maglietta griffata, ma vuol dire dare il giusto peso alle cose. Tutto questo fa riflettere di più se si pensa che stiamo parlando di acqua, un bene che dovrebbe essere di per sé gratuito.

Lucrezia Calenda, III C

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