IL MONDO NUOVO E' ARRIVATO: E TU QUANTO VALI?
- giornalinoliceoumb
- 1 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min
È partito in Cina, nell'aeroporto di Shenzhen, il primo esperimento di rating delle persone. Ma l'obiettivo per il 2020 è di estenderlo a tutto il paese.
E' qualcosa di profondamente serio ed inquietante ciò che ci giunge dall'Oriente. Da poche settimane l'aeroporto di Shenzhen, in Cina, ha iniziato la sua prima sperimentazione basata sul Sistema di Credito Sociale. I passeggeri che fanno parte del programma hanno una card dalla quale dipende la loro affidabilità e reputazione; infatti, chi ha un punteggio alto sarà facilitato nei controlli mentre chi l'ha basso sarà sottoposto ad ulteriori verifiche.
Ad esempio, si perdono punti litigando in aereo, mentre se ne acquistano altri attraverso azioni virtuose, come indicare un bagaglio incustodito alla sicurezza dello scalo.
L'esperimento fa parte di un programma molto più ampio annunciato da Pechino già nel 2014, che entro l'anno prossimo si prefigge di coinvolgere tutti i cittadini della Repubblica popolare e non più soltanto gli aeroporti.
Per di più, la cittadina di Rongcheng sul mar Giallo ha già intrapreso la strada del rating delle persone: si parte da mille punti per poi scendere o salire con azioni virtuose o meno.
Ad esempio, chi scende di punteggio non potrà acquistare biglietti aerei o di treni ad alta velocità, chi sale invece potrà usufruire di sconti per le bollette del riscaldamento e di agevolazioni fiscali. Tuttavia, i meccanismi punitivi variano a seconda delle dodici diverse zone in cui il credito sociale viene sperimentato e non è da sottovalutare il rischio di incorrere nell'esclusione da determinati hotel, nel rallentamento della connessione ad Internet e nella non ammissione dei figli nelle migliori scuole del Paese. Per contro, come premi ci sono concessioni di permessi di lavoro e la possibilità di godere di determinati aiuti sanitari.
Attenzione!! Infatti, i risultati complessivi saranno resi pubblici, perché è necessario che la comunità sappia chi sono stati i migliori e perché si inneschi nelle persone la vergogna del pubblico ludibrio o l'orgoglio del pubblico elogio.
Ciononostante non è ancora chiaro come il sistema riuscirà nel 2020 ad estendersi a livello nazionale; gli studiosi escludono un unico “grande fratello” accentrato a Pechino, ma è plausibile uno scenario decentralizzato gestito da più città e ministeri. E non è un caso se a guidare le operazioni saranno le compagnie digitali quali Alibaba, Baidu e WeChat (il nostro Whatsapp) che già di fatto raccolgono un gran numero di informazioni sul nostro conto e che tutt'oggi sanno se acquistiamo pannolini, superalcolici o anche del cibo per gatti online. Questi acquisti, anche se apparentemente semplici, saranno dei piccoli indicatori reputazionali che verranno presi in considerazione. Ecco, ormai sembra proprio l'economia della reputazione che tracima sui singoli cittadini e non ci stupiamo se da qui nasce la misurazione della nostra autorevolezza sulla base dei “follower” o dei “like” nei social network.
Inoltre, non possiamo non menzionare alcune serie tv che avevano già ipotizzato simili eventi: il celebre episodio “Nosedive”(Caduta Libera) di Black Mirror, che immaginava una società in cui ad ogni persona era associato un punteggio da 1 a 5 in base alla sua reputazione pubblica, con rispettivi premi e punizioni; ma anche la puntata “Majority Rule” della serie The Orville, in cui gli astronauti giungono in un pianeta dove ogni cittadino schiaccia like o dislike sul petto dell'altro. Tali fiction sembrano malauguratamente predire il futuro, ma non devono trarci in inganno e convincerci che tutto sia limitato a quel mondo quasi fantascientifico e che ciò possa accadere soltanto lì.
Non sono cose che ci coinvolgono, pensiamo, pur essendo tutti ogni giorno indicizzati, taggati e sottoposti a rating; pur consegnando alle major digitali tutti i nostri dati, i nostri gusti, i nostri desideri, le nostre preferenze, i nostri volti, le nostre abitudini, i nostri comportamenti quotidiani e qualsiasi altra cosa che ci riguardi. Noi non c'entriamo, noi siamo salvi.
O no?
Lorenzo de Juliis, II G
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