top of page
  • giornalinoliceoumb

La paura dell’altro da sè

Negli ultimi tempi sentiamo discutere quasi ogni giorno sul tema dell’immigrazione. Ma come può essere delineato un fenomeno, oggetto di tante attenzioni? Letteralmente l’immigrazione si definisce come l’insediamento, temporaneo o definitivo, in un luogo, di persone provenienti da altre aree del pianeta. Queste ultime sono identificate, in generale, con il termine di “migranti”. Esiste, tuttavia, una tipologia di migrante definito “rifugiato”. Questi, secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, è colui che “nel giustificato timore di essere perseguitato per la propria razza, la propria religione, la propria cittadinanza, la propria appartenenza ad un determinato gruppo sociale o le proprie idee politiche, si trova al di fuori dello stato di cui ha la cittadinanza e, per queste ragioni, non può o non vuole tornarvici”.

I rifugiati, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, nel 2017 sono stati 68,5 milioni.

Ancora oggi 44.500 persone al giorno sono costrette a fuggire, una persona ogni 2 secondi: in un così breve arco di tempo una persona deve abbandonare la propria casa, il proprio paese, il villaggio dove è cresciuta ed è costretta ad intraprendere un viaggio senza meta né certezze: l’unico bagaglio consentito è quello della speranza di riuscire ad arrivare sani, o almeno salvi, alla fine del viaggio.

Una persona ogni 2 secondi parte per sentirsi dire, quando e se arriverà in Italia, un grande e categorico “NO”, “NO all’immigrazione”.

Molti dicono “NO” a bambini che hanno visto e vissuto realtà atroci e terribili, come quella di Satar, un protagonista del libro “La Canzone dei Migranti” di Fabio Rocco Oliva, che all’età di circa 6 anni è stato reclutato come bambino-soldato e gli è stato dato un fucile in mano.

Dicono “NO” a donne che sono state arrestate e hanno subito violenze per la sola colpa di aver fatto valere i propri diritti, come Laila ed Aisha; altre protagoniste del libro “La Canzone Dei Migranti” che hanno manifestato durante la “primavera araba”, sono state imprigionate e stuprate per mesi per poi essere caricate a forza su un barcone.

Molti dicono “NO” a migliaia di altre storie come queste, molte delle quali non sono nemmeno arrivate in Italia perché inghiottite dal Mediterraneo.

Dicono “NO” senza conoscere le loro storie, le loro disperate disavventure, perché la verità è che non vogliono conoscerle: diversamente non potrebbero rimanere indifferenti.

Mancherebbe, infine, un capro espiatorio: qualcuno da incolpare di tutti i mali, i fallimenti della società, i nostri fallimenti. E tutti quelli che dicono che i migranti sono dei nullafacenti, assassini, ladri di lavoro destinato agli italiani, non sono altro che ipocriti ignoranti. Infatti, i migranti si accontentano di lavori umili che noi italiani non vogliamo più fare, oppure sono, ahimè, assoggettati dalle varie mafie e sfruttati: quindi non prendono niente a nessuno. Peraltro i dati parlano chiaro: la percentuale di immigrati denunciati o arrestati è meno del 5% del totale.

Tuttavia per noi questo non è nulla di nuovo, giusto? Prima gli zingari, poi gli ebrei, gli omossessuali… per citarne pochi, ora i migranti?

Eppure, a mio parere, il dato più preoccupante è costituito dalle molte persone che li giudicano e li accusano dimenticando di aver avuto familiari che, in un passato non molto lontano, hanno vissuto la stessa condizione: prima verso le Americhe, l’Australia, il Canada, poi verso l’Europa in Svizzera, Belgio, Francia, Inghilterra e infine dal Sud al Nord Italia. Probabilmente cercano di dimenticare la loro storia, la nostra storia. Quindi, la prossima volta, prima di dire “tornatevene a casa” dovremmo chiederci se ce l’hanno ancora una casa, se non è stata distrutta da una bomba e ricordare come ci siamo sentiti quando quelli che dovevano “tornare a casa” eravamo noi. Dovremmo, senza dubbio, accettare i migranti, ma oltre ad accettarli imparare ad assumere un atteggiamento autenticamente accogliente e non farisaicamente ipocrita.


Antonella Cicia, I C

24 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page