ESAMI DI (IM)MATURITÀ?!
- giornalinoliceoumb
- 1 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Il valore dell’esame di stato non è certamente culturale, ma essenzialmente morale, ed è forse la prova in cui, più in assoluto, si dimostrano carattere e volontà — costituisce, infatti, una sorta di sfida da affrontare, talvolta in severe condizioni e con la consapevolezza di subire gravi ingiustizie.
Di «maturità», lo sappiamo, si parla tanto; ma questo perché, come appena detto, è una prova durissima; tuttavia, molti sostengono che oggi il suo peso sia stato ridotto.
Ma quindi, alla fine, questa nuova maturità in cosa consisterà? Sarà più facile o più difficile?
Questa è la domanda che oggi ci stiamo tutti ponendo, dal momento in cui, dopo la legiferazione della nuova riforma, si è dovuto pronunciare un clamoroso «addio» al saggio breve, all’analisi del testo di giornale e, soprattutto, al tradizionale tema storico; tutto ciò, al fine di ritagliare uno spazio maggiore per la riflessione personale e per l’analisi delle informazioni ricevute. Tra l’altro, va ricordato che, attraverso tale recente decreto, anche il Quizzone, ovvero la leggendaria terza prova, verrà (purtroppo, o per fortuna) cassata.
Dunque, ora, l’esame di stato, oltre ad aver ottenuto l’estromissione del punto forte della riforma renziana (cioè dell’“alternanza scuola-lavoro”), è divenuto una sorta di specifica prova d’indirizzo, con matematica e fisica allo Scientifico, e latino e greco al Classico.
E allora, per quanto riguarda quest’ultimo — frequentiamo l’Umberto, insomma!, focalizziamoci sul nostro caso «particulare» —, va detto che questa prova sostitutiva si articolerà in due parti: una prima, che prevedrà la traduzione di una versione (della quale, per permettere l’utile contestualizzazione del testo scelto, saranno previste alcune parti già tradotte); ed una seconda, nella quale, invece, saranno previste tre domande inerenti all’interpretazione e alla comprensione del brano, in aggiunta ad altri quesiti riguardanti l’altra materia.
Si prevede una durata di 6 ore per lo svolgimento della prova stessa, senza contare che quest’ultima potrebbe essere “mista”, ovvero includere latino e greco allo stesso tempo — e rivelarsi, quindi, deleteria (per non dire «mortale») per noi poveri aspiranti classicisti.
Comunque.
Rispondendo alla domanda posta all’inizio dell’articolo, va detto che questo esame, per certi versi, sicuramente sarà più «leggero», in quanto — perlomeno — lo scritto avrà minore incisione sul voto finale. E questo è stato possibile per il ridimensionamento della prova d’esame vera e propria, a vantaggio del curriculum dello studente; nel caso ciò che ho appena detto non sia chiaro, mi spiego:
da quest’anno, la media dei voti ottenuti dai maturandi nel triennio peserà quasi il doppio di prima. Il motivo che ha spinto a questa diversa calibratura dei voti è stata spinta proprio dalla giusta intenzione di evitare che gli studenti finiscano per giocarsi, in una settimana o poco più, tutto il loro percorso scolastico, rischiando di incorrere in défaillances o ingiustizie.
Lorenza Metafora, IV C
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