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Il Venezuela diviso tra due presidenti

  • giornalinoliceoumb
  • 1 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Presidente Maduro, eletto nel 2013, si contende il governo col Presidente dell’Assemblea Nazionale Guaidó, il quale il 23 Gennaio 2019 si è auto-dichiarato “Presidente ad-interim”.


La storia del Paese Sudamericano è sempre stata alquanto turbolenta: dalle lotte per l’indipendenza dalla Spagna colonizzatrice, agli svariati colpi di stato passando per la crisi della risorsa più importante per l’economia nazionale, il petrolio.

Tuttavia da oltre un anno lo Stato si trova ad affrontare una lotta interna, che purtroppo non ha risparmiato vittime.

Ma cosa sta accadendo?

Il Presidente Maduro, eletto nel 2013, si contende il governo col Presidente dell’Assemblea Nazionale Guaidó, il quale il 23 Gennaio 2019 si è auto-dichiarato “Presidente ad-interim”.

La legittimità di ambedue i Presidenti è opinabile: i suoi nemici ritengono che Maduro sia stato eletto tramite elezioni truccate, mentre la carica di Guaidó gli permetterebbe di essere presidente della Repubblica solo in caso di mancanza del suddetto (art. 233 della Costituciòn Nacional del 1999).

Più nello specifico Maduro è stato accusato di governare come un sanguinoso dittatore, con politiche repressive e incarcerazioni dei suoi avversari politici. Da’altro canto l’oposición di Guaidó è ritenuta pericolosamente influenzata dal Presidente Trump, che sta sostenendo il giovane oppositore con grandi campagne e addirittura offrendo di mandare truppe nel Paese.

Così come il popolo Venezuelano, anche gli altri Paesi sono divisi tra Maduro e Guaidó: mentre la Cina, la Russia, la Turchia e quattro Paesi Sudamericani sostengono Maduro, invece ben 13 Paesi riconoscono Guaidó come il legittimo presidente.

Dalle elezioni di Maduro circa 5 milioni di Venezuelani hanno abbandonato il Paese (circa il 10% dell’intera popolazione).

Essendo il popolo Venezuelano nettamente diviso fra le due parti, la soluzione migliore e soprattutto più democratica sarebbe correre alle urne, tuttavia il leader Chavista trova illogico ripetere le elezioni che illo tempore vinse con una netta maggioranza. Nel frattempo egli ha anche bloccato gli aiuti umanitari provenienti dagli US, in quanto ritiene che essi siano solamente una scusa per giustificare un eventuale intervento dell’esercito statunitense.

Lo scontro fra i due presidenti ha bagnato di sangue le strade del Venezuela, più di 40 persone sono morte durante le proteste e sale ad oltre 850 il numero di detenuti anti-Maduro.

Mentre sono ancora in corso manifestazioni in tutto il Paese, non possiamo che augurarci che il Paese riesca ad uscire da questa situazione che ha messo in crisi la democrazia venezuelana e la vita degli oltre 31 milioni di abitanti, nel frattempo è opportuno sperare che nessun altro stato assetato di controllo e potere interferisca con il benessere del Venezuela.


Francesca Metsovitis, III G

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