MOLLARE TUTTO E ANDARE: LA NUOVA TENDENZA DEI GIOVANI
- giornalinoliceoumb
- 1 nov 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Abbandonare tutto e scappare via sperando che qualcosa cambi: nel solo 2018, circa 285mila giovani hanno lasciato il nostro Paese scegliendo di studiare o lavorare all’estero. Una fuga di impressionanti dimensioni, quasi uguale nei numeri a quella degli anni ’50/’60: peccato che, ora, a differenza di prima, a partire sono laureati di ogni ambito disciplinare, spesso i cosiddetti “geni del domani” e la futura classe dirigente.
Pertanto è importante analizzare meglio alle sue radici questo fenomeno: purtroppo, in Italia, nonostante le numerose novità politiche e sociali avvenute negli ultimi anni, si continua a restare inermi e passivi rispetto ad ogni prospettiva di occupabilità.
Oggi, andare all’estero non significa più solo fuggire alla ricerca della sopravvivenza, ma darsi concrete opportunità, entrare in circuiti virtuosi di studio e lavoro.
Non credo sembri più strano registrare costantemente la sensazione di girarsi attorno e non riuscire ad intravedere un futuro: è qualcosa che si respira nell’aria.
Ammetto che nello scenario attuale, plurale e complesso, abbiamo bisogno di un’identità e di capire chi siamo. E ciò si può tristemente capire solo lontani da casa, perchè, forse, così possiamo davvero aprire la nostra mente e avvicinarci a realtà più produttive e ricche di opportunità professionali. Questo è un discorso che mi riguarda, in prima persona: infatti alla mia età sorgono numerose domande sul mio futuro e sul mio domani, su dove andrò e dove proseguirò gli studi.
Restare o andarsene? In effetti … sicuramente un’esperienza all’estero può aiutare a crescere e maturare anche se il mio desiderio è di vivere qui ed è vero che, se trasferirsi oltralpe sembra l’unica opzione possibile, nonostante le sue marcate incongruenze, solo l’Italia è in grado di farmi sentire davvero a casa. Fuggire all’estero e ritornare: questa sarebbe la mia idea aspettando che qualcosa si muova e che la nostalgia prenda il sopravvento. Mi auguro però che un giorno noi giovani smetteremo, finalmente, di sentirci obbligati a “scappare”: certo, l’estero offre maggiori opportunità e possibilità più concrete di costruirsi un futuro professionale; certo, puoi cambiare qualitativamente la tua vita, ma non dimentichiamoci che il vero cambiamento è quello che passa attraverso di noi.
Lorenzo De Juliis, II G
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