top of page
  • giornalinoliceoumb

“SBATTI IL MITO IN PRIMA PAGINA”!

Sensazionale scoperta a Pompei, che restituisce attualità ad un mito di oltre due millenni fa.


A quasi tutti gli studenti del liceo classico, prima o poi, capiterà di imbattersi, tra i tanti, nel mito di Leda ed il cigno.

Leda, vale la pena di ricordare, era la splendida regina di Sparta, moglie di re Tindaro. Di lei, ovviamente, si era innamorato Giove, che pur di averla per un giorno (si sa, Giove non era esattamente il più fedele degli uomini…), si trasformò in un cigno e le si accovacciò in grembo. Quella stessa notte Leda giacque anche col marito. Dalle due unioni nacquero i gemelli Castore e Polluce (i Dioscuri, valorosi Argonauti ma anche rapitori delle loro cugine, il che causò la morte di Polluce), Elena (poi sposa di Menelao e causa della guerra di Troia) e Clitennestra (sposa fedifraga ed assassina di Agamennone, fratello di Menelao). Secondo alcuni autori, i gemelli sarebbero stati figli di Zeus, e perciò immortali. Secondo altri, Zeus sarebbe stato il padre solo di uno dei gemelli e di Elena.

La poco edificante storia familiare della dinastia spartana oggi sarebbe probabilmente ridotta ad una fiction di infimo ordine, data la scarsa levatura morale dei protagonisti; ma nell’antichità no: l’arte nobilitava, ed ecco che Leda appare, in tutte le rappresentazioni, inconsapevole dell’inganno di Giove e moglie fedele. Per quanto riguarda i Dioscuri e le loro sorelle dai discutibili costumi, beh…, in effetti, forse l’arte li ha nobilitati un po’ meno!

Ma perché parlare ancora oggi del mito di Leda e del cigno?

Perché un paio di mesi fa a Pompei, lungo la via del Vesuvio (la strada parallela alla famosa via dei Balconi), nel corso di lavori di consolidamento di un fronte di scavo, è riemersa, del tutto inaspettatamente, un’ennesima villa e, sul muro di uno dei cubicola (le camere da letto), è apparso agli occhi increduli degli scopritori uno splendido affresco raffigurante il mito in questione.

È vero, di rappresentazioni di questo mito se ne sono ritrovate tante, tra Pompei, Ercolano e dintorni. Questa però pare sia particolarmente “sensuale ed esplicita”, oltre che di ottima fattura, come dichiarato dagli scopritori ai cronisti accorsi sul luogo lo scorso novembre (in fondo, anche gli archeologi sono uomini e donne, e forse a volte si annoiano a trascorrere il loro tempo solo fra mummie e necropoli, per cui considerano sensuale anche… un’oca seduta sulla pancia di una donna).

Chi era il proprietario di questa villa? Come erano decorate le altre stanze? Quali oggetti preziosi vi erano custoditi? Purtroppo non lo sapremo mai, perché sarà impossibile scavare e riportare alla luce la “villa di Leda”: essa infatti dovrà essere reinterrata per evitare il crollo delle aree limitrofe da tempo già portate alla luce dagli archeologi. Il direttore degli scavi sta quindi valutando l’ipotesi di staccare l’affresco dalla sua sede originaria per esporlo al Museo Archeologico Nazionale, insieme ad altri affreschi e mosaici già salvati, in questo modo, dalle intemperie, dai furti e dall’oblio. Peccato!

Spesso nell’antichità le pareti delle camere da letto venivano affrescate con scene d’amore o esplicitamente erotiche, probabilmente per “ispirare” e “predisporre” i proprietari della casa. Ma alcune volte si trovano eccezioni a questa “regola”.

Se non ricordo male, quando alcuni anni fa visitai Piazza Armerina, in Sicilia, la guida ci mostrò due affreschi nelle stanze da letto, rispettivamente, dei padroni di casa e del loro figlio. Il primo affresco rappresentava una classica scena d’amore tra due divinità, cui assistevano due personaggi, un uomo ed una donna, forse, secondo gli archeologi, proprio i proprietari della villa. Il secondo affresco, collocato in quella che la guida definì la camera da letto del figlio del proprietario, rappresentava invece… una natura morta! Tra le risate generali, la guida spiegò che probabilmente ciò poteva interpretarsi nel senso che il ragazzo fosse stato più interessato al cibo che alle donne…

Morale della favola: ad ognuno il suo… affresco!


Enrica Piazza, III F

2 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page