top of page
  • giornalinoliceoumb

Scienza o etica?

Sfidare i limiti della natura: il caso della modifica del DNA delle gemelle cinesi.


C'è qualcosa di mostruoso e nello stesso tempo di affascinante nelle sperimentazioni genetiche come quella che poco tempo fa è stata annunciata da un professore cinese della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, nel sud-est della Cina, di nome He Jiankui, che ha rivelato di aver fatto nascere le prime bambine gemelle con DNA modificato. L'aspetto di mostruosità deriva dalla consapevolezza di sfidare i limiti della natura e dalla paura di non controllare gli esiti di tale sfida, per cui l'esperimento potrebbe ritorcersi contro l'umanità che lo ha consentito, un pò come succede nella letteratura fantascientifica. Nello stesso tempo l'audacia di esperimenti del genere che consente l'evoluzione della scienza e della conoscenza scientifica permette talvolta all'uomo di aumentare le sue condizioni di benessere, allungando la vita e adattandosi ai mutamenti della natura. Nel caso che citiamo, ad esempio, il DNA delle bambine è stato alterato con la tecnica di “chirurgia genetica” nota come Crispr, con la motivazione di voler introdurre nel corredo un gene che le renda più resistenti a una serie di malattie tra cui l’Hiv, da cui è affetto il padre. Lulu e Nana, infatti, le due bambine con DNA modificato sono nate in buona salute, ma non possiamo sapere quale sarà il loro futuro. Non a caso l'episodio si è svolto in Cina, Paese in cui il rapporto tra l’innovazione e le sue implicazioni morali è molto meno problematico che in Occidente. Bando a tutte le considerazioni di tipo religioso e la morale cristiana europea, che permea la cultura del mondo Occidentale, il problema etico su cui il mondo scientifico deve meditare, poggia ora le sue basi sulla possibilità di considerare la scienza moderna, avvalsasi della tecnologia, come vera e propria “arma” dell’uomo grazie alla quale “costruirsi”non secondo natura, ma secondo la propria volontà: se infatti oggi è possibile intervenire sulla modifica di un gene che migliori le difese immunitarie , un domani non si esclude questo stesso intervento anche su geni con altre funzioni, come quelli che regolano il nostro orologio biologico,ad esempio quelli dell’invecchiamento, che potrebbero comportare un possibile allungamento della vita, portandoci inconsapevolmente a un vero e proprio distacco dal concetto di uomo e di umanità. Nonostante l’uomo sia “piccola cosa” in confronto all’Universo, la sua bellezza risiede nella sua vita, all’interno della quale vi è una storia compiuta e delimitata da un punto di inizio e uno di fine, come un segmento, nel quale tenta di esprimere e dare un significato alla propria esistenza. Nell’immaginario collettivo poter arrivare a toccare le corde dell’immortalità, come già detto, seppur rappresenti il punto di arrivo di un percorso di continuo progresso, suscita paura. È, allora, questo che vuole l’uomo?


Maria Pia Augiero IV C

Giorgio Fusco IV C

7 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page