top of page
  • giornalinoliceoumb

SOS AMBIENTE: cambiamento climatico - cause e conseguenze

Presi da problemi di natura economica, politica e sociale spesso non ci rendiamo conto di ciò che sta accadendo ai nostri mari, alle nostre foreste e alle nostre città.

Una grande minaccia alla nostra vita e a quella dell’ecosistema è costituita dai cambiamenti climatici. Col termine “cambiamento climatico” ci riferiamo alle variazioni di temperatura, dunque sia riscaldamento che raffreddamento, che crescono proporzionalmente alla deforestazione, alle emissioni di gas serra e all’aumento di allevamento e agricoltura.

È scientificamente provato che l’accumulazione dei gas serra causi un innalzamento delle temperature in quanto tali gas permettono l'entrata della radiazione solare, mentre ostacolano l'uscita della radiazione infrarossa emessa dalla superficie della Terra (cosiddetto “Effetto Serra”).

È scontato sottolineare quando le automobili, gli aerei e le industrie inquinino con le loro emissioni di CO2, invece viene spesso sottovalutato il danno causato dall’allevamento: ogni anno vengono macellati circa 56 miliardi di animali e si stima che il consumo di carne sia aumentato di circa cinque volte dal 1900 al 2000. Tale crescita esplosiva ha influito sui delicati equilibri della Terra.

Le emissioni dannose prodotte dall’allevamento costituiscono tra il 20 e il 50% del totale di emanazioni causate dall’attività umana, quota di gran lunga superiore al 13,5% che comprende quelle dell’intero sistema dei trasporti mondiale (automobili, aerei, linee ferroviarie e navi).

Per capirci: produrre 225g di carne di manzo “costa” all’ambiente quanto un viaggio in auto lungo circa 16km.

Vi sono diversi fattori responsabili della generazione di gas serra implicati nella produzione zootecnica. Il metano originato dal processo digestivo e prodotto dalle flatulenze e dalle deiezioni degli animali allevati rappresenta il fattore principale, contribuendo per il 55% del totale delle emissioni prodotte nel settore zootecnico..

Un'altra importante causa di emissione di gas nocivi collegata all'allevamento è la distruzione delle foreste: la deforestazione e la desertificazione provocate dall'industria zootecnia contribuiscono per il 35% del totale delle emissioni prodotte nel settore dell'allevamento.

Il processo di riscaldamento procede ad una velocità mai vista prima d’ora, infatti la temperatura media mondiale si è alzata di 0.85°C in poco più di un secolo e di circa 2°C dal periodo precedente l’ industrializzazione.

Un rapporto stima che entro il 2080 il surriscaldamento raggiungerà i 2.8 gradi Celsius, con conseguenze potenzialmente drammatiche; in passato gli scienziati previdero alcune di esse che stanno avvenendo in questo decennio: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, ondate di caldo più intense. Paradossalmente sono aumentate anche le precipitazioni, tema piuttosto sensibile per il nostro Paese, colpito da decine di alluvioni in pochi anni.

Lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento del livello del mare sono strettamente collegati, infatti dal 1880 tale livello si è alzato di circa 20,3 cm a causa dell’acqua proveniente dagli iceberg disciolti.

Tale innalzamento è un alto rischio per molti Paesi ed isole che sono in pericolo di “affondare”, tra questi le Maldive, le Fiji e numerosi altri arcipelaghi e atolli nell’Oceano Pacifico.

E noi cosa possiamo fare per l’ambiente?

Il 12 Dicembre 2015 è stato concordato il cosiddetto Accordo di Parigi, firmato poi il 22 aprile del 2016 dai capi di Stato e di governo di 195 paesi. E' entrato in vigore il 4 novembre 2016.

L'Accordo impegna i paesi firmatari a contenere il riscaldamento globale entro 2 gradi dai livelli pre-industriali; inoltre i governi dovranno stabilire ed attuare obiettivi di riduzione dei gas serra prodotti dalle attività umane.

Sono previste verifiche quinquennali degli impegni presi, a partire dal 2023.

I paesi più ricchi dovranno aiutare finanziariamente quelli più poveri con un 'Green Climate Fund' da 100 miliardi di dollari, da istituire entro il 2020. L'Italia ha stabilito di contribuire con 50 milioni di euro all'anno.

Tuttavia non tutti i Paesi stanno rispettando tali accordi, perciò è opportuno che ognuno di noi dia il proprio contributo. Ridurre il consumo di carne e preferire i trasporti pubblici alle automobili sono sicuramente ottimi punti di partenza!


Francesca Metsovitis, III G

12 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page