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Una visita nel Purgatorio

L’11 dicembre scorso gli alunni delle classi III B e III A, accompagnati dalle docenti Cappello e Laudisa, hanno visitato alcuni luoghi di grande interesse del centro antico di Napoli. Tra questi, quello che ha destato maggior coinvolgimento è stato sicuramente la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, una chiesa barocca che si trova lungo via dei Tribunali, nota al popolo partenopeo come “Chies de’ ‘e cape ‘e muort”. Fu costruita nel 1616 su progetto di Giovanni Cola di Franco e di Giovan Giacomo Di Conforto per volere di diverse famiglie nobili di Napoli e con l’obbiettivo di realizzare un luogo di sepoltura per le persone povere della città, senza famiglia e senza casa. La chiesa è concepita sin dall’origine su due livelli: la chiesa superiore, vero capolavoro dell’arte barocca napoletana, aperta al culto, e la chiesa inferiore, o ipogeo, che è ancora oggi sede del culto delle anime “pezzentelle” (povere). La chiesa superiore presenta sulla facciata motivi decorativi con teschi ed ossa nei fregi, sul portale e nelle nicchie laterali. Il portale e il tondo sovrastante con il bassorilievo della Madonna con le Anime del Purgatorio risalgono agli inizi del Settecento e sono attribuiti a Cosimo Fanzago. L'interno si presenta a navata unica con un ridotto transetto e cappelle laterali. Dietro l'altare settecentesco, preceduto da una balaustra rivestita in marmo colorato, vi è la pala d'altare con la Madonna delle Anime Purganti di Massimo Stanzione. La stessa tela, di chiaro stampo caravaggesco, vede al di sotto di essa la grande scultura del Teschio alato del Lazzari, mentre al di sopra è la tela di Sant'Anna che offre la Vergine bambina al Padre Eterno del 1670 di Giacomo Farelli. Nella parete absidale di sinistra è infine il monumentale sepolcro di Giulio Mastrillo, opera iniziata da Andrea Vaccaro e terminata dello scultore Andrea Falcone nel 1672, il quale si occupò di eseguire la statua inginocchiata del Mastrilli. Nelle cappelle laterali, quattro a lato, si conservano opere di scultura lignea di ignoti maestri e pitture di artisti del Seicento napoletano. Tra queste, nella prima di sinistra è il San Michele Arcangelo abbatte il demonio di Girolamo De Magistro; nella terza di sinistra la pala d'altare della Morte di san Giuseppe è di Andrea Vaccaro; la prima cappella di destra invece vede la Morte di sant'Alessio di Luca Giordano. Al di sotto della chiesa principale ce n’è un’altra in tutto speculare a quella superiore. Si tratta dell’Ipogeo che è in totale opposizione alla sua gemella perché spoglia, buia e priva di decorazione. È stata concepita per rappresentare una suggestiva discesa nel Purgatorio e quindi un luogo di passaggio prima della gloria divina. È questo il luogo dove i fedeli hanno stretto un particolare rapporto con i resti mortali creando un culto ai limiti del pagano e del superstizioso. Questa chiesa è costruita in linea d'aria al di sotto di quella del Purgatorio, infatti le dimensioni sono le medesime. Il pavimento della chiesa inferiore è stato realizzato dai fratelli Giuseppe e Donato Massa, mentre l'altare in piperno risale al XVIII secolo. Lungo le pareti sono collocate alcune cappelle votive, mentre al centro del pavimento è una grande tomba anonima. Nell'angolo a sinistra della chiesa un corridoio decorato con teschi dà accesso alla tomba di Giulio Mastrilli, nonché ad un secondo ambiente sotterraneo, che fungeva da ipogeo, con teschi e spazi destinati alla sepoltura di corpi umani. Uno di questi teschi richiama il ricordo dell'anima di Lucia, morta in un naufragio insieme al suo sposo: a questa figura vengono chieste tutt'oggi grazie e intercessioni nonché offerti fiori e foto dei familiari come ex voto. Gli ambienti interni, sagrestia ed oratorio dell'Immacolata, tutti alle spalle della abside della chiesa ospitano il Museo dell'Opera Pia Purgatorio ad Arco, nel quale sono esposti oggetti liturgici, paramenti, calici, libri, suppellettili delle celebrazioni ed altre testimonianze che vanno dal Seicento all'Ottocento.


Claudia Silvestri III B

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